Questa locuzione mi riporta al mondo magico delle fiabe dove simpatiche fatine svolazzanti, assaggiando il nettare di qualche fiore del bosco, pronunciano, in solluchero, la tipica espressione “Sono in un brodo di giuggiole!”. Questo modo di dire viene ufficializzato , per la prima volta, nel 1612 nel vocabolario di lingua italiana scritto dall’Accademia della Crusca e risulta essere, ancor oggi, un detto molto efficace e largamente utilizzato, che esprime con incisività uno stato d’animo particolarmente positivo. Non tutti però sono a conoscenza che l’origine di questo modo di dire va ricercata nel Giuggiolo, un prelibato albero dai “Frutti dimenticati” che vegeta raramente negli incolti allo stato selvatico, ma che in passato era molto diffuso nelle nostre campagne.

Scientificamente noto come Zizyphus Vulgaris, l’albero presenta piccole spine e foglie a margine leggermente dentellato.

E’ originario del Medio Oriente e si è poi diffuso, nel corso dei secoli, in tutti i paesi mediterranei.

I frutti presentano drupi ovoidali, lucenti con buccia sottile e liscia dapprima di color verde e poi, a maturazione completata, tendente al marrone.

La polpa, dalla consistenza farinosa e dal sapore dolce con un tenue retrogusto acidulo, presenta nella fase iniziale di maturazione un sapore simile a quello della mela, ma col tempo, il frutto diventa decisamente più zuccherino e tende ad assomigliare al gusto di un dattero.

All’interno della drupe si trova un nocciolo appuntito.

La maturazione tardiva dei frutti rende generalmente queste piante poco soggette agli attacchi di parassiti e alle malattie; ciò significa che i Giuggioli non necessitano di particolari trattamenti chimici.

Le giuggiole sono un toccasana , ricche di vitamine e minerali. Contengono molta vitamina C e vitamine del complesso B. Le tisane di giuggiola possiedono proprietà calmanti e rilassanti. I suoi frutti possono essere consumati freschi, appena colti, oppure dopo qualche giorno. Sono ottimi anche per la preparazione di marmellate, confetture, gelati, sotto grappa o in salamoia.

Il frutto del Giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale di un delizioso liquore, conosciuto come “Brodo di Giuggiole” e dal quale deriva l’omonima espressione. E’ un infuso idroalcolico naturale a base di frutta autunnale: giuggiole mature, mele cotogne, melograni , uva e scorze di limone. Questo liquore era conosciuto e apprezzato sin dai tempi degli Egizi . La fama e l’apprezzamento di questa bevanda è perdurata nel tempo, ed è arrivata fino a noi trovando nel piccolo borgo padovano di Arquà Petrarca la culla della sua valorizzazione. In questo comune, nel mese di ottobre, si festeggia un importante sagra dedicata proprio a questo frutto e al suo liquore. Il brodo di giuggiole è ideale come digestivo servito a temperatura ambiente alla fine dei pasti, ma può essere degustato anche freddo o come ingrediente principale di drinks e come aperitivo. La preparazione casalinga del liquore presenta una certa difficoltà nel bilanciare le quantità degli ingredienti in relazione alla dolcezza della frutta, in modo da ottenere un infuso dolce ma non troppo concentrato.

La settimana scorsa mi hanno regalato un po’ di giuggiole e non mi sono lasciata perdere l’occasione di preparare il brodo. Quello che presento è la rivisitazione della ricetta originale. Ho apportato modifiche nella quantità e nella scelta di alcuni ingredienti e ho ridotto sostanzialmente lo zucchero sostituendolo, in parte, con il succo d’agave. Il sapore non ne ha risentito particolarmente e sicuramente il liquore presenta un minor impatto glicemico. Lo conservo in frigorifero perché amo centellinarlo fresco , ma va benissimo anche consumato a temperatura ambiente. La consistenza può variare molto, se lo preferite liquido aggiungete più acqua al composto durante la fase di cottura. La polpa residua non buttatela. Eliminando i noccioli e i semini dell’uva dal composto rimasto nel colino e frullando il tutto possiamo ottenere una sorta di marmellata dal sapore davvero delizioso .
BRODO DI GIUGGIOLE

INGREDIENTI PER CIRCA 600 ML. DI LIQUORE
- 500 g. giuggiole intere, mature e prive di ammaccature
- 400 g. mele intere (meglio se Cotogne)
- 400 uva Zibibbo (vanno bene anche altre varietà)
- 1000 ml di acqua circa
- 600 ml di vino rosso o bianco dolce
- q.b. succo d’agave (facoltativo)
- 2 cucchiai di zucchero muscovado
- 1 scorza di limone non trattato
- 1 pizzico di cannella
PROCEDIMENTO
- Disponete le giuggiole in un cestino e lasciatele appassire per qualche giorno.
- Riponete in una pentola le giuggiole, lo zucchero e l’uva ricoprite tutto con l’acqua.
- Lasciate cuocere a fuoco molto lento per circa 30 minuti, mescolando se necessario.
- Senza spegnere il fuoco , aggiungete le mele tagliate a piccoli pezzi con la buccia e senza i torsoli e il vino e lasciate bollire il tutto per altri 20 minuti . Qualora l’acqua dovesse prosciugarsi aggiungetene ancora un po’ durante la cottura in modo da mantenere il composto abbastanza liquido.
- Aggiungente la scorza di limone grattugiata e, se preferite un liquore molto dolce, aggiungete verso la fine qualche cucchiaio di succo d’agave. Continuare a cottura per altri 15 minuti circa.
- Scolate il brodo attraverso un colino a maglie strette e lasciate filtrare il liquido. Premete leggermente il composto per ottenere la spremitura di tutto il liquido.
- Invasate il liquore ottenuto in vasetti sterilizzati e conservatelo in luogo fresco e asciutto o in frigorifero.
- Si conserva per qualche mese.

- Il brodo di giuggiole è considerato un valido rimedio naturale contro le tossi stizzose e le infezioni alla gola.
- Lo zucchero integrale di canna è da preferirsi allo zucchero grezzo e a quello raffinato. Lo zucchero Muscovado è uno zucchero integrale e per produrlo si utilizza un processo di tipo artigianale dove le canne vengono tagliate , pressate e formano un composto denso che viene fatto evaporare e che contiene ancora la melassa. E’ uno zucchero denso e aromatico. Lo zucchero di canna grezzo è invece parzialmente raffinato.